Mattina di Natale, sono le nove del mattino..Che il caffè faccia effetto per piacere…
Non so perché, ma sembra che ci siano periodi in cui certe domande si standardizzino…a settembre/ottobre era “que taaaaal?todoooo bieeeen?”… Adesso, personalmente, quella che mi hanno rivolto più spesso è “quando rientri?” (sia per domandarmi quando rivado in Spagna, sia per domandarmi quando rientro definitivamente dalla Spagna)… Bhe, signori, sappiate che quando rientrerò lo saprete 🙂 .
Tre giorni a casa, e già mi sembra che non studio da secoli…(bhè in effetti non studio da mercoledì mattina, e sembrano secoli). Ma bisogna darsi da fare, sentire persone, salutare persone, incontrare persone, vedere monumenti, lamentarsi mentalmente di come adesso mi sembri infinito il viaggio fino all’Università, rispetto alla mezz’oretta camminando a passo sostenuto, Avenida Medina Azhara, “cruzar” Paseo de la Victoria, las Tendillas, Alòfonso XIII, San Pablo e poi a destra (derecha) a plaza Realeyo (mi pare eh…), viuzza, Plaza Magdalena, Calle Historiador Ciccio Bello, sali le scale che è tardi e la prof magari già è in classe!
E qui la colazione si svolge in salone, sotto una luce davvero troppo forte rispetto a quella a cui sono abituata, senza la mia stufetta miracolosa asciuga scarpe, e su una sedia più comoda. Ma il letto è più stretto, non ho la più pallida idea dell’esatta consistenza dei miei armadi, e non sono troppo sicura di poter mandare la lavatrice con tranquillità. Niente aranci per le strade, con il loro colore forte come le tempere ad olio della mia bisnonna, e i festoni natalizi sono più “disorganizzati”, anche se qui, guardando ai mille palazzi, vedi come molti balconi abbiano le proprie lucine (e questo è Natale, con la eNNe maiuscola).
Sentire mamma che dice “se dormi fuori avvisami, eh!” è stato strano…il conto della pizzeria l’altra sera, poi, davvero salato! Ma mi mancava l’aria di casa che ho ritrovato tra mamma che già qualche ora prima di uscire ci dice “ragazzi, stasera, quando rientriamo, per favore ricordatevi di tirare fuori dalla macchina il detersivo, perché ieri ho fatto la spesa ma è troppo pesante, ed ero parcheggiata in doppia fila” (e che doppie file, il 24 mattina, su Viale Libia, per le persone e le loro ultime compere !). E poi ancora, camminare e vedere gente italiana, sentire gente italiana… Ma anche prima sul trenino tutte le persone sembravano così annoiate? Anche se i turisti che hanno sbagliato la fermata, l’altro giorno, e si erano innamorati del cucciolotto che si portava in braccio una ragazza, se la sono risa per bene :D.
A me servirà un po’ di pazienza, invece, per ri-“acostumbrarmi” a certe cose… speriamo di prenderla con ironia, o almeno di avere troppa strizza per gli esami così da non pensarci troppo…
E non mi sembra, ma manca poco alla fine dell’anno… è tempo di decisioni, di vedere cosa fare a capodanno (per fortuna vestito e borsa già li ho tolti dall’elenco, grazie agli zii e ai nonni…), di rispettare delle “scadenze”, di studio, e di altro, di fare mente locale sui propositi per l’anno nuovo…
E che nel frattempo, per favore, durante le mie “vacanze – studio natalizie”, il Rectorado de la UCO non cambi, e che i delicati fiorellini di Jazmin rimangano lì, ancora profumati nonostante pioggia e freddo, a ricordarmi, quando tornerò “a casa mia” (l’altra mia casa 🙂 ) che posso essere come quei fiori, sbocciare ogni momento, e dare un senso di tranquillità e forza anche solo mostrando al mondo pochi delicati petali bianchi…